La musica ha sempre avuto un posto di primo piano nei grandi eventi storici e nel corso dei secoli molti musicisti hanno legato il loro nome a opere celebrative di vario genere. Sotto questo aspetto, uno dei compositori più attivi fu senza dubbio Georg Friedrich Händel, che tre anni dopo essersi trasferito a Londra si ritrovò improvvisamente suddito di quel Giorgio di Hannover, di cui fino ad allora era stato un dipendente dall’entusiasmo quanto meno tiepido. Contrariamente ai giustificati timori di Händel, il capostipite della dinastia Hannover si dimostrò molto comprensivo nei suoi confronti, riservandogli un posto di spicco nell’estabilishment musicale di corte. Da allora Händel mise la sua arte al servizio della corona, per la quale compose lavori di straordinaria bellezza sia per le occasioni mondane, come la Water Music, scritta per allietare una sontuosa festa tenutasi sulle acque del Tamigi, sia per celebrare trionfi militari, come il Dettingen Te Deum, sia per infondere coraggio nel popolo britannico quando sull’Inghilterra sembrò profilarsi lo spettro di una nuova guerra civile con i quattro “oratori della vittoria” (Judas Maccabaeus, Joshua, The Occasional Oratorio e Alexander Balus). La Royal Fireworks Music rappresenta uno dei vertici dell’ultima fase creativa del grande compositore di Halle, essendo stata scritta per celebrare la pace di Aix-la-Chapelle, che il 18 ottobre del 1748 pose ufficialmente fine alla guerra di successione austriaca (senza portare per la verità particolari vantaggi all’Inghilterra di Giorgio II, figlio di Giorgio I asceso nel 1727 al trono d’Inghilterra per il quale Händel scrisse i quattro anthem che vengono eseguiti ancora oggi in occasione di ogni incoronazione inglese). Per quest’opera Händel ebbe l’ardire di mettere in discussione i desiderata del monarca, che voleva a tutti i costi un’opera che vedesse assoluti protagonisti gli “strumenti militari”, mentre il compositore fece il possibile per inserire anche una compagine di archi. Come prevedibile, alla fine la spuntò il re, che convinse il sessantaquattrenne compositore sassone a scrivere una vasta suite di danze alla francese preceduta da un’ouverture tripartita per una formazione composta da 24 oboi, 12 fagotti, nove trombe e nove corni, con l’aggiunta di tre coppie di timpani, una o due grancasse e addirittura un controfagotto, strumento di recentissima invenzione. Lo spettacolo pirotecnico tenutosi il 27 aprile del 1749 nel Green Park di Londra si rivelò uno spettacolo indimenticabile sotto tutti i punti di vista, sia per la straordinaria bellezza della musica sia – e forse soprattutto – per il fatto che i fuochi d’artificio progettati dal famoso architetto Giovanni Niccolò Servandoni fatto giungere appositamente da Parigi incendiarono un grande edificio in legno, causando tra il pubblico numerosi feriti. Il 21 aprile dell’anno successivo Jonathan Tyers, proprietario dei Vauxhall Gardens e sincero amico di Händel, organizzò una replica a cui secondo le cronache dell’epoca presero parte oltre 12.000 spettatori e nella quale Händel poté prendersi la sospirata rivincita sul re, aggiungendo ai fiati e alle percussioni un gruppo di archi. Giustizia era fatta.
Giovanni Tasso
Programma
Georg Friedrich Händel (1685-1759)
WATER MUSIC
Suite in Fa magg. HWV 348
Overture (Largo, Allegro), Adagio e staccato, Allegro
Andante, Allegro da capo, Minuetto, Aria, Bourrée
Hornpipe, [senza indicazione di tempo], Alla Hornpipe, Minuetto
Suite in Re magg. HWV 349 e Suite in Sol magg. HWV 350
Overture (Allegro), Alla Hornpipe
Minuetto, Rigaudon, Allegro, Rigaudon, Minuetto[senza indicazione di tempo], [senza indicazione di tempo]Bourrée, Lentement, Minuetto
ROYAL FIREWORKS
Overture (Adagio, Allegro, Lentement, Allegro), Bourrée
La Paix (Largo alla siciliana)
La Réjouissance (Allegro)
Menuets I and II
LA CONFRATERNITA de’ MUSICI
Cosimo Prontera cembalo e direzione
Raffaele Tiseo* violino principale,
Alberto Caponi, Cristiano Brunella,
Domenico Nisi violini I
Federico Valerio, Giovanni Rota, Lola Ottoni Chiara De Giorgi violini II
Paolo Castellitto, Francesco Masi viole
Fabio De Leonardis, Cristiano Rodilosso violoncelli
Maurizio Ria violone
Paolo Faldi, Cesare Pierozzi,Luca Marino oboi
Alessia Brancia fagotto
Davide Citera, Alessandro Gornati, Giuseppe Barione corni
Michele Santi, Bruno Bocci, Francesco Chiarulli trombe
Nicola Zaccaria flauto
Marco Muzzati timpani