Il Jazz è un genere musicale sorto negli States nel primo ventennio del Novecento. Fu il traguardo di un cammino iniziato 300 anni prima, un processo di convergenze tra forme ed intuizioni musicali occidentali con gusti ed estetica africane, che ponevano le radici nella memoria culturale e nei perigliosi viaggi (per utilizzare un eufemismo) degli schiavi africani che tra il XVII e il XIX secolo furono deportati nel continente americano. La storiografia convenzionalmente propone New Orleans come area geografica per la nascita del Jazz, area in cui per la prima volta fu concesso agli schiavi di riunirsi per praticare la musica. Si riconosceva dalle caratteristiche espressive e formali non standardizzate ma che andavano rinnovandosi in progres ridefinendone i confini con le altre forme e musiche. Così i crudi vocalizzi andarono ad innescarsi con gli Inni dei cristiani Evangelici e successivamente con i percorsi del blues. Qui perimetralizzarono i primi strumenti musicali come la chitarra, il banjo, l’armonica a bocca per poi far rientrare gli strumenti a fiato. Lo strumento, in questa incessante ricerca tra tradizione ed espressione individuale, diviene il prolungamento del corpo del musicista e tutti involontariamente divengo solisti nella ricerca e nella libertà di un linguaggio lontano dal mondo accademico. La tendenza agli abbellimenti, ai reiterati interventi sulle melodie originali e i continui cambi ritmici contribuirono ad alimentare la vocazione all’improvvisazione, prima come esemplificazione del tema poi come vera e propria invenzione melodica su una idea armonica easy. L’improvvisazione, come per il mondo antico, è uno degli ingredienti principali per l’universo jazzistico e ne costituisce il punto di partenza per quella fase creativa del solismo che, divenuto tradizionale, ne costituisce la più tipica componente spettacolare.
Introduce Antonio Celeste
DUO
Fabrizio Bosso tromba
Oliver Mazzariello pianoforte.