I MIGLIORI ANNI

Da sempre il musicista è stato instancabile viaggiatore, vuoi per assimilare la scienza o lo stile di un illustre maestro lontano, vuoi perché in un paese o in un’altro c’era chi desiderava ascoltarlo o addirittura impiegarlo stabilmente. Nel concerto di questa sera sarà il pubblico a “viaggiare” attraverso l’Europa tardo-barocca, per poterne apprezzare le differenze stilistiche e anche quell’interessante gioco di influenze creatosi fra le diverse espressioni nazionali.
Tutti i brani del programma – ad eccezione della Sonate di Couperin – corrispondono al modello formale della sonata – da camera o da chiesa – così coma fu definito dal grande violinista italiano Arcangelo Corelli.

L’alternanza di tempi lenti e veloci in forma quadripartita (largo, allegro, largo, allegro) connota la sonata da chiesa, mentre la forma tripartita (allegro, adagio, allegro) sta ad indicare la sonata da camera. Nel 1706 Haendel lascia Amburgo per compiere un viaggio in Italia. Furono anni decisivi per la carriera del compositore tedesco. In effetti, come scrive il suo biografo W. Dean, “l’Italia era la patria non solo dell’opera, dell’oratorio e della cantata da camera, ma anche delle principali forme della musica strumentale come il concerto e la sonata”.
Anche la sonata per due oboi, come buona parte del repertorio haendeliano, fa omaggio allo stile italiano della sonata da chiesa corelliana che segnò buona parte delle sue composizioni strumentali. Fu un paio di decadi più tardi che la Germania ospitò i fratelli Plà, suonatori di oboe e di salterio venuti da Balaguer in Catalogna. 

Mentre un terzo fratello, Manuel, rimase a Madrid scrivendo famose Zarzuelas, Juan e José furono inseparabili da firmare insieme tutte le loro opere, tanto che non sapremo mai chi ne era il vero autore. Rimasero a lungo presso la corte di Baden Württemberg a Stoccarda e si esibirono occasionalmente a Parigi ed in Italia. La sonata di Vivaldi, conservata della biblioteca di Herdringen, pur se di attribuzione non certa (nella parte di basso porta scritto il nome di Handel) non
si può negare che sia scritta nello stile vivaldiano.

La grande freschezza dei movimenti veloci, la cantabilità dei movimenti lenti e i continui rimandi imitativi tra i due oboi fanno propendere con decisione la sua
attribuzione al grande compositore veneziano. Del resto, sia l’oboe che il fagotto erano gli strumenti a fiato tra i più apprezzati da Vivaldi, come testimoniano i suoi 17 concerti per oboe e i 39 per fagotto.
Giunto dalla natale Boemia, Jan Dismas Zelenka fu dapprima impiegato a Dresda come contrabbassista e più tardi divenne il compositore della musica sacra della corte di Sassonia. Dalla stessa corte fu inviato a studiare a Vienna con il celebre Johann Joseph Fux. Zelenka scrisse poca musica strumentale tuttavia è proprio in queste sue opere che possiamo notare un eccezionale trattamento del contrappunto. Le sonate per due oboi, fagotto e basso continuo portano a tali estremi le possibilità tecniche ed espressive di questi strumenti, che non hanno nulla di paragonabile nella stessa epoca. Queste sonate furono scritte probabilmente per gli strepitosi virtuosi della corte di Sassonia.

Georg Friedrich Haendel (1685 – 1759)
Sonata op.2 n.3 in fa maggiore HWV 388 (Londra, 1733)
per 2 oboi e basso continuo
Andante, Allegro, Largo, Allegro

Josep e Joan Baptista Pla (ca.1750)
Sonata n.6 in mi bemolle maggiore
per 2 oboi e basso continuo
Allegretto, Andante, Allegro ma non tanto

François Couperin (1668 – 1733)
da La Françoise (Les Nations, Paris, 1726)
Sonade, in mi minore per 2 oboi, viola da gamba e basso continuo
Gravement, Gayement, Rondement, Gayement, Gravement, Vivement,
Air Gracieusement, Gayement

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Sonata a 4 in do maggiore RV 801, per 2 oboi, fagotto e b.c.
Largo, Allegro, Largo, Allegro

Jan Dismas Zelenka (1679-1745)
Sonata 2 in sol minore (Praga/Dresda, ca.1723) ZWV 181/2
per 2 oboi, fagotto e basso continuo
Andante, Allegro, Andante, Allegro

ENSEMBLE ZEFIRO
Alfredo Bernardini,
Paolo Grazzi oboi
Alberto Grazzi fagotto
Paolo Zuccheri violone
Anna Fontana clavicembalo