TRE PARTI

Negli ultimi anni, gli studiosi si sono concentrati sulla musica strumentale di quel miracolo culturale, tutto del Sud Italia, che va sotto il nome di Scuola napoletana, facendo emergere un repertorio corposo e importante tanto quanto quello operistico. L’argomento ci ha offerto lo start per redigere un programma incentrato su le trio sonate per due violini e basso continuo di Leonardo Leo e dal suo discepolo Emanuele Barbella, ponendole a confronto con le rispettive composizioni dei blasonati colleghi d’oltralpe che direttamente, come Georg Frederic Haendel, o indirettamente, come Georg Philipp Telemann, conobbero le avanguardie napoletane.
Napoli è stata una città con grande fermento musicale e la qualità e la quantità della musica prodotta durante la seconda metà del Settecento è testimoniata dalla presenza in città di nomi illustri come Leopold Mozart che così scrisse al figlio Wolfang: … «Adesso la questione è solo dove posso passare più speranza di emergere? Forse in Italia, dove solo a Napoli ci sono sicuramente 300 maestri […] o a Parigi dove circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle dita?».
Emanuele Barbella nacque a Napoli il 14 aprile 1718 e fu il padre Francesco ad avviarlo agli studi di violino, proseguiti poi al conservatorio di S. Maria di Loreto sotto la guida di N. Vitolo. Agli studi di composizione fu avviato dallo zio materno Michele Caballone (Gabellone) ma dal 1740 al 1744, figliolo del conservatorio di S. Onofrio a Capuana, ebbe come maestro Leonardo Leo. Fu autore affermato ed un violinista di talento: lo ritroviamo come primo violino al Teatro Nuovo, nel 1756 alla Cappella Reale e dal 1761 al Teatro S. Carlo. La collaborazione con un gruppo di musici protetti dall’ambasciatore d’Inghilterra a Napoli, W. Hamilton, gli diede certamente la possibilità prendere contatti e di esibirsi nelle maggiori corti europee. Successo europeo confermato anche dalle molte sue pubblicazioni stampate a Londra e a Parigi.

La composizione di Leo esordisce con un Largo colmo di un delicato lirismo posto ad anticipazione di una fuga in stile chiesastico. Gli ultimi studi sulla musica strumentale leana hanno allungato l’elenco delle composizioni. Ai 6 concerti per violoncello e il concerto per quattro violini, si aggiungono le 7 sonate per flauto a becco e bc; 6 Overture a più stromenti; 6 Trio per flauto, violino e fagotto; 2 Concerti per flauto traversiere; 3 Quartetti e un duetto per viole, 3 Sonate in trio; 8 Divertimenti; 4 Sinfonie a 6; a ciò va aggiunta tutta la musica per tastiera. Una scrittura meditata e non “commerciale” avvolge le composizioni Che affondano le loro radici strutturali nell’esperienza antica ma che guarda al futuro e al nuovo mondo, ormai alle porte: lo stile Galante. Al confronto con i napoletani sono stati posti i due amici tedeschi: Telemann e Haendel.
Le sonate sono impostate nella sperimentata formula ecclesiastica dei quattro movimenti nell’alternanza di un tempo mosso e uno lento, formula ratificata dal Corelli. La Mascara sonata e ballata da più Cavalieri Napolitani di Gregorio Strozzi rimanda esplicitamente agli spettacoli o mascherate che avevano luogo nel corso delle festa da ballo a Palazzo, mentre la Toccata prima di Muffat, tratta dall’Apparatus Musico-Organisticus, ha la Francia e l’Italia come estetica di riferimento essendo il musicista, passato da Parigi, allievo di Lully, e da Roma dove studiò con Bernardo Pasquini e dove conobbe Arcangelo Corelli. Di quest’ultimo subirà una forte impronta la sua musica per archi e sotto l’effetto di questo viaggio compose concerti grossi a 5, raccolte nell’Armonico Tributo e la silloge di brani per organo, Apparatus Musico-Organisticus, raccolta di brani per organo pubblicata nel 1690 e dedicata a Leopoldo I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, da cui Muffat sperava di ricevere un importante incarico. All’epoca, la raccolta era considerata una delle più importanti nel suo genere e ancora oggi ha un valore significativo nel repertorio organistico.

Leonardo Leo (1694 – 1744)
Sonata in Re
Adagio, Allegro tempo comodo

Emanuela Barbella (1718 – 1777)
Trio Sonata in Fa magg. n.6 op.1
Non tanto allegro, Larghetto Andante, Rondò Allegro

Gregorio Strozzi (1615 – 1687)
Mascara sonata e ballata da più Cavalieri Napolitani (organo solo)

Emanuele Barbella (1718 – 1777)
Trio Sonata in Si bemolle magg. n.1 op.1
Allegretto, Andantino affettuoso, Rondò allegretto

Georg Friedrich Handel (1685 – 1759)
Trio Sonata op.2 n.5 in Sol min. Hwv 390
Larghetto, Allegro, Largo, Allegro

Georg Muffat (1653 – 1704)
Toccata I
dall’Apparatus Musico-Organisticus 1690 (organo solo)

Georg Philip Telemann (1681 – 1767)
Trio Sonata n.6 in Re magg. Twv 42:D 4
Largo, Vivace, Affettuoso, Presto

Emanuele Barbella
Trio Sonata in Do magg. n.3 n. 1
Allegro, Larghetto con gusto, Rondò allegro

ENSEMBLE GLI ARMONICI
Giacomo Scarponi violino primo
Silvia Salvi violino secondo
Ivo Scarponi violoncello
Maurizio Maffezzoli maestro di concerto all’organo